Essere Avvocato

Essere Avvocato


Essere avvocato, sempre e comunque: quanta fatica ! 
Di Valeria Vezzosi 
-Cosa vorresti Babbo?- 
-Vorrei alzarmi e camminare lungo quel corridoio. È bello camminare, vedere un problema andargli incontro e risolverlo- 
Questo è uno degli ultimi dialoghi che ho avuto con mio padre, classe 1931, avvocato. Credo che sia il suo testamento morale. Almeno per me lo è. 
Si è avvocati sempre perché ci muove la curiosità di andare incontro ai problemi e la voglia di provare a risolverli, e comunque perché lo si continua a fare nonostante le delusioni, la crisi, il Covid, le malattie. Mio padre stava ultimando la sua corsa nella vita, non poteva più camminare, ma continuava a pensare da avvocato ed a desiderare di andare incontro ad un problema e trovare la soluzione. 
Essere avvocato, quanta fatica!
La fatica non è nell’esserlo, quello ci viene spontaneo altrimenti avremmo scelto altro. Dare la soluzione giusta per quel dato problema a quel dato cliente in quel dato momento. Questa è la nostra fatica. 
La fatica è trovare la parola giusta al momento giusto, quella che capta l’attenzione dell’interlocutore, cliente, magistrato, collega che sia, e gli fa accendere negli occhi un lampo di condivisione, di riconoscimento. 
Perché noi avvocati, in fin dei conti, viviamo per vedere accendere negli occhi dell’altro la luce del riconoscimento della giustezza ed efficacia delle nostre parole. Tutta l’adrenalina che ci muove si trasforma in quel preciso istante in endorfina! 
Mio padre mi ha insegnato tante cose, i colleghi, i magistrati, i professionisti che ho incontrato, le persone altre ancora. Molte poi le ho imparate da me, osservando ed osservandomi. 
Le mie regole per contenere la fatica di essere avvocato?
Non assumere mai un incarico pensando al guadagno che ne può venire. La professione non è commercio, è altro, anche se l’aspetto economico conta perché la si fa per lavoro. 
Non accettare mai un incarico se non ti convince l’Uomo che hai davanti. Non sarai convincente, per quanta Cassazione tu possa citare. 
Non far mai diventare tuo il pensiero del cliente. Analizza la questione da una visuale terza, senza lasciarti suggestionare dalla richiesta del cliente, valuta se la sua posizione è sostenibile e se, considerato tutto, la richiesta giudiziaria ha possibilità di essere accolta. Da che parte stiamo? Questa era la frase che pronunciava la collega che era in studio con mio padre quando ho iniziato. Altra mirabile sintesi dell’essere avvocato: possiamo argomentare sempre una difesa, qualunque sia la parte che tuteliamo. 
Non attribuire ai Giudici la colpa dei tuoi insuccessi. Comprendi come ragionano e sottoponi la questione usando parole semplici, capiranno e accoglieranno la tua domanda. 
Questo l’ho imparato durante la preparazione del concorso in magistratura dopo la laurea. Perché io a non fare l’avvocato ci avevo provato, avendo visto la fatica di mio padre e di mia madre, avvocato anche lei. Il Giudice legge il merito ma valuta il diritto e cerca la norma da applicare al caso di specie ed a sua volta ha paura d sbagliare. Quindi più semplice è il ragionamento giuridico, più facilmente lo comprenderà. E ti sarà latamente grato per avergli facilitato il lavoro. 
E poi iura novit Curia, questo lo ripete mia figlia, avvocato classe 1986, se non hai portato in Tribunale una pretesa assurda, il Giudice troverà la norma da applicare. 
Parla con il Giudice da pari a pari. Non usare mai toni servili. Mio padre era così poco servile che più volte ho temuto di vederlo finire a Sollicciano! Io, battitore libero per natura, rispetto ed esigo rispetto.
Non si risponde d’urgenza alle richieste urgenti. L’ansia con cui le persone si rivolgono a noi non deve trasformarsi in ansia da prestazione per noi. Altrimenti si può incorrere in errore. 
Il tempo sistema tante cose, anche senza che intervenga una sentenza. Questo me lo ha insegnato il sistema giudiziario, con le sue lungaggini, con le udienze di cui scopri il rinvio prima la mattina quando sei davanti alla porta del Giudice, oggi con il pct il pomeriggio prima quando ti arriva la pec, i magistrati che si ammalano. Nel frattempo le persone riescono quasi sempre a trovare una sistemazione, bella o brutta che sia, e vanno avanti, si tratti di affetti, soldi, commerci. E spesso è più funzionale alla fattispecie di quella che avrebbe dato la norma. 
In tutto questo, non perdere mai l’ironia. Non prenderti troppo sul serio, divertiti a fare il tuto lavoro ed impara dalla vita degli altri. 
Ogni persona ti fa conoscere un aspetto della vita che non sai; puoi diventare saggio ed evitare tanti errori nella tua vita se fai tesoro di quello che le persone ti raccontano. 
E’ faticoso? Sì, lo è. Perché ogni volta si ricomincia da capo e per quanto siamo avvocati fino al midollo, non tutti i giorni ci sono uguali e l’energia talvolta manca. 
Ma si ricomincia sempre. 

Share by: